Recensione su Late For The Sky

29/01/2013 13:22

TAG MY TOE

This Fear That Clouds Our Minds

Autoprodotto 2012

 

Interessante il risultato dell’abbinamento musicale che questo gruppo piemontese ha ottenuto con la sua proposta in chiave acustica contenuta in questo CD.  Infatti, il modo di cantare di Fabrizio Zortea, debitore ai vari modelli hard rock/heavy metal a cui chiaramente si rifà, nella veste acustica in cui i brani sono presentati, apre in qualche modo orizzonti musicali molto lontani da questi generi musicali. Il gruppo, nato qualche anno fa come quartetto ispirato da Black Sabbath e Alice In Chains, si è presto ridotto ad un duo di cui Zortea divide le sorti con il chitarrista Riccardo Stura e ora mette sul piatto, o meglio nel lettore Cd, undici tracce autografe e autoprodotte che si fanno apprezzare per l’originalità del progetto e per la bontà di alcune delle composizioni.  Del modo di cantare di Zortea ho già detto, ma mi sembra opportuno ribadire ulteriormente come questa voce (doppiata da sé stessa in alcuni punti) sia la principale caratteristica del prodotto, con una chitarra acustica che va ad inserirsi rispettosamente, a volte come semplice accompagnamento altre facendo qualcosa in più: quello che ascoltiamo ricorda a tratti certi cantautori oscuri degli anni settanta, dotati di vocalità particolare e presto caduti nel dimenticatoio (mi viene in mente tale Darius, ma anche Leopold Perry), e la chitarra quando non è mero accompagnamento rilascia degli interventi molto western, come accade nella traccia quattro, If God, uno dei momenti migliori del disco. Tra gli altri brani più interessanti di questo debutto dei Tag My Toe, ci sono il brano d’apertura Something Wicked This Way Comes, My Destiny Is Gone e 45 Rounds e lo strumentale 780.

Paolo Crazy Carnevale